Woodstock '69: i mod fra gli hippy



40 anni dal festival di Woodstock, primo grande evento della controcultura pop ad essere sfruttato industrialmente in maniera massiccia (dischi, film...).
Ma anche un grande incontro di culture giovanili diverse, accomunate dagli amplificatori. Qui sopra gli Who, inglesi, proletari incazzati, re dei Mod, si contaminano con la cultura hippy, americana, californiana, pacifista, "borghese". Via le giacchette strette, largo alle frange.
Sotto: Richie Havens (che vidi in concerto a Bolzano nel...1982?) improvvisa la sua canzone migliore. Gli dissero di tirare in lungo la sua parte, perché il gruppo successivo non era ancora pronto, lui partì con questo pezzo, salmodiando "Freedom", ed entrò nella leggenda. Erano ancora gli anni '60, neri e bianchi assieme non era consueto, in qualche stato americano le leggi razziali erano appena state abolite (il presidente Johnson doveva dare qualcosa ai black americans in cambio del loro sangue sparso in Vietnam).
Ciononostante, Freedom, freedom anche per l'Iran, oggigiorno. Freedom per la Birmania, l'Honduras, il Tibet.

Nessun commento: