Lou Reed & Velvet Underground - un omaggio








E' appena stato pubblicato il dvd del tour che Lou Reed ha realizzato lo scorso anno, internamente dedicato all'album "Berlin", per la regia di Julian Schnabel. La cosa anomala è che "Berlin", uno dei primi concept-album della storia del rock (un disco, cioè, che raccontava un'unica storia, attraverso le sue canzoni), è stato pubblicato nel 1973. All'epoca venne stroncato: in pochi capirono la profondità di questa vicenda di amore e morte ambientata a Berlino, città-metafora della divisione (la divisione indotta dal Muro, la divisione dei cuori, coppie divise, personalità divise, madri divise dai figli, uomini separati da se stessi dalla droga e dall'alienazione...). A 34 anni di distanza Lou Reed si è preso la sua rivincita: oggi l'ambizione racchiusa in quei solchi è sotto gli occhi di tutti. L'ambizione di usare il rock per veicolare un racconto che può stare senza imbarazzo fianco a fianco con un'opera di Dostoevskij, Joyce, Hubert Selby jr., Delmore Schwarz, William Burroughs. Un'ambizione ben riposta. Dopo tanto tempo, "Berlin" non ha perso un'oncia della sua forza sinistra. Semmai ha acquistato in profondità.

Questo post è un modesto omaggio a un grande artista newyorkese, che ha mosso i primi passi nella Factory di Andy Warhol negli anni '60, come leader dei Velvet Underground (in cui militava Nico, berlinese, appunto, già attrice nella "Dolce vita" di Fellini), l'altro gruppo più influente della storia del rock assieme ai Beatles. Un artista che ha cantato le infinite sfumature del dolore e della redenzione, usando sempre gli stessi maledetti tre, quattro accordi. Un artista la cui musica ha accompagnato la mia vita e quella di tante altre persone come me, che non hanno mai vissuto in una metropoli (e non hanno mai conosciuto certi abissi, se è per questo; ne hanno solo intuito l'esistenza).

Lou farà una comparsata mercoledì prossimo -12 novembre - al teatro Valli di Reggio Emilia, come ospite dello spettacolo che la moglie, Laurie Anderson, sta portando sui palchi europei, "Homeland".

Sarò il tuo specchio, rifletterò quello che sei, nel caso non lo sapessi.
Sarò il vento, la pioggia e il tramonto, la luce alla tua porta, per mostrare che sei a casa...
( from I'll be your mirror)
Io non so dove sto andando, ma proverò a raggiungere il regno se ci riesco,
perché mi sento un vero uomo quando infilo l’ago in vena,
e dopo, ti dico, le cose non sono più le stesse.
Quando la botta comincia a salire,
mi sento come il figlio di Gesù,
e credo solo di non sapere, so soltanto di non sapere...
(from Heroin)
Candy dice: sono arrivata a odiare il mio corpo e tutto ciò di cui ha bisogno in questo mondo.
Candy dice: vorrei capire con precisione quello di cui altri discutono con tanta discrezione.
Candy dice: odio i posti tranquilli, che richiamano impercettibilmente il gusto di ciò che sarà.
Candy dice: odio le grandi decisioni, che provocano ripensamenti infiniti nella mia mente.
Guarderò gli uccelli blu volare sopra le mie spalle,
li guarderò mentre mi sorpasseranno, quando sarò più vecchia.
Cosa credi che vedrei, se potessi allontanarmi da me stessa?
(from Candy says)
In certe specie d'amore, ah, Marguerita ha detto a Tom,
tra pensiero ed espressione, ci passa una vita.
Certe situazioni accadono a causa del tempo,
e non ci sono amori migliori di altri.
(from Some kinda love)
Jenny ha detto che quando aveva appena cinque anni, non succedeva mai niente, ogni volta che metteva su una stazione radio, non passavano mai niente. Jenny disse quando aveva appena cinque anni, i miei genitori saranno la fine per tutti noi.
Due televisori e due Cadillac, non mi saranno proprio d’aiuto
proprio per niente.
Poi un bel giorno si sintonizzò su una stazione di New York, sai non riuscì quasi a credere
a ciò che stava ascoltando, cominciò a muoversi al ritmo di quella musica favolosa, sai, la sua vita fu salvata dal rock’n’roll. Nonostante tutte le amputazioni, potevi uscire e ballare con una stazione di rock’n’roll. Ed era bello. Era bellissimo
(from Rock n Roll)
A Berlino, accanto al muro, eri alta un metro e settantacinque.
Era molto bello, lume di candela e Dubonnet con ghiaccio.
Eravamo in un piccolo cafè, si sentivano le chitarre suonare.
Era molto bello.
Oh, tesoro era il paradiso
(from Berlin)
Quando tutti i tuoi amici da due soldi se ne sono andati e ti hanno fregato
e ti parlano dietro le spalle dicendo che non sarai mai un essere umano...
allora ricominci a pensare a tutte le cose che hai fatto, e a questo e a quello,
rivedi tutto in modo diverso.
Allora ricordati che la città è un posto strano, qualcosa di simile a un circo o a una fogna,
e ricordati che gente diversa ha gusti differenti,
e la Gloria dell’amore potrebbe attraversarti...
(from Coney Island Baby)
Pioggia dal mattino fra nuvole azzurre che ora risplendono di rugiada
attraversando la città in grandi macchine, e io, io non ho niente da fare...
Dammi dammi dammi un po' di divertimento
dammi dammi dammi un po' di dolore
non sai che le cose sembrano sempre pessime,
a me sembrano sempre le stesse.
(from Gimme some good time)
Preso tra gli astri confusi, le linee topografiche, la mappa approssimativa che portarono Colombo fino a New York. A metà strada tra l'est e l'ovest, lui passa a prenderla indossando un gilet di pelle, la terra geme e si ferma in un brivido.
Un crocifisso di diamante come orecchino, serve per fronteggiare la paura di aver lasciato l'anima nella macchina noleggiata di chissà chi. Nei pantaloni nasconde uno straccio, per pulire lo schifo che ha lasciato assosso alla snella Juliette Bell.
E Romeo voleva Giulietta, e Giulietta voleva Romeo, e Romeo voleva Giulietta, e Giulietta voleva Romeo.
(from Romeo had Jiuliette)
Dicono che nessuno possa far tutto ciò, ma tu lo vuoi in cuor tuo. Ma non puoi essere Shakespeare, non puoi essere Joyce, per cui cosa ti resta?
Devi accontentarti di te stesso, covando una rabbia che ti può far male, devi ricominciare dal principio. E proprio allora quel fuoco splendido si riaccende.

Quando attraversi umile, quando attraversi malato, quando attraversi, "io sono meglio di voi", quando attraversi la rabbia e l'autocommiserazione e hai la forza di ammetterlo a te stesso, quando il passato ti fa sorridere e puoi assaporare la magia che ti fa sopravvivere in battaglia, scopri che quel fuoco è passione e che più avanti c’è una porta e non un muro.
Mentre attraversi il fuoco, mentre attraversi il fuoco, cerca di ricordarti il suo nome. Mentre attraversi il fuoco, passandoti la lingua tra le labbra, non potrai restare uguale.
E se il palazzo brucia, vai verso quella porta, ma senza spegnere le fiamme

c'è un poco di magia in ogni cosa, e un po’ di perdita, per compensare il tutto.(from Magic and Loss)

Vedi anche: www.loureed.it