Spero di morire prima di diventare vecchio



Del resto, dagli Who in poi questa è sempre stata l'aspirazione delle popstars (talkin' 'bout my generation).

Michael Jackson, geniale pacchiano



Michael Jackson come Elvis, alla fine. Entrambe star "trasversali", capaci di unire pubblici diversi, generazioni diverse. Michael Jackson più di altri ha mescolato le carte, ha portato la musica nera ad un pubblico vastissimo, non solo "bianco" ma mondiale, frullando il R&B e il funky con l'elettronica, il rap, il rock (ricordate l'assolo di "Beat it", affidato a quello che all'epoca era IL chitarrista metal per eccellenza, Edward Van Halen?). Certo, prima di lui o accanto a lui c'erano stati Diana Ross, Tina Turner e Marvin Gaye, c'erano state altre star della Motown e della disco music, ma con Michael Jackson tutto è avvenuto su scala più vasta. E dopo di lui (e di Madonna), la dance è rimasta quella cosa che conosciamo, quella cosa enorme che oggi bacia in fronte Britney, Justin' e co. Michael Jackson è stato anche tra i primi a forzare i confini della videomusica, facendone, con "Thriller", un business pazzesco e una forma d'arte a se stante. Ed è stato, ovviamente, uno dei più radicali sperimentatori con la chirurgia plastica; anche fisicamente è diventato un "bianconero", un meticcio virtuale, prodotto da bisturi e collagene, un cartone animato danzante, senza razza né età, molto bello da giovane, diciamo fino alla fine degli anni '80.
Infine, come Elvis, Michael Jackson è morto soffocato da troppa fama, troppe nevrosi, troppi debiti, troppi cattivi consiglieri. Del resto, era un musicista geniale (o forse geniale era Prince, lui era il musicista giusto al momento giusto, diciamo), ma era anche un bambino, con i gusti zuccherosi di un bambino, disarmanti in un uomo fatto.
Nel mio libro (non gli faccio pubblicità spesso, ne converrete), l'ho trattato un po' male. Ecco il passaggio.

"Una sera ho guardato un'intervista a Michael Jackson. Ero avvolto dalla nebbia della malattia, comunque riuscivo ancora a ragionare; e ho pensato che è strano il modo in cui la sorte distribuisce i suoi talenti alla gente. Jackson è indubbiamente un talento musicale, abbastanza versatile da coprire canto, composizione, ballo, coreografia, ideazione e regia di video tra i migliori della storia della musica pop. Al tempo stesso, è una persona del tutto priva di cultura e di gusto.
La sua casa – la casa che mostravano in tv – un luna park infantile e ridondante, con tanto di zoo privato: e per le vacanze si sposta in un albergo a Las Vegas (!), città che con le sue luci, i suoi scenari di cartapesta, la sua grandiosità kitsch è esteticamente identica alla sua casa.
Il senso del bello di Michael Jackson è modellato sulle architetture e sugli arredi dei centri commerciali. Dice al giornalista di ammirare 'un meraviglioso soffitto a cassettoni', come se fosse veramente un soffitto a cassettoni del '500 e non la sua imitazione in un megastore. Nel suo shopping miliardario Jackson fa incetta di cose che farebbero inorridire chiunque sia dotato di un briciolo di educazione artistica. Quadri, anfore: oggetti che sono la più totale negazione dello stile e del valore, anche se costosissimi. In una parola: pacchiani, fatti per impressionare un bambino.
Non so dire in realtà se Michael Jackson sia come il resto dei suoi connazionali. Se davvero incarni le preferenze dell'americano medio, l'americano tamarro coi dollari, da barzelletta, che ti chiede se Dante è ancora vivo o se si può comperare un pezzo di Colosseo. Il tipo di persona che, non essendo abituata a vivere circondata dalle opere d'arte lasciate dalle generazioni passate è incapace di distinguere ciò che vale davvero da ciò che vale nulla (anche se per averlo bisogna staccare un assegno con molti zeri).
Può darsi che sia così. In ogni caso, fa impressione vedere come un uomo ricco, famoso e dotato di una grande creatività, un uomo ammirato dai ragazzi e dalle ragazze di tutto il mondo, sia una così totale testa di cazzo."

da Music Box, Curcu& Genovese, Trento, 2006.

Però devo dire anche che non credo abbia mai fatto del male a qualcuno, men che meno a dei bambini. Forse solo a se stesso.
You are not alone (per quanto non scritta da lui) commuove un po' a sentirla, oggi. Il video non si può postare perché youtube li ha tutti disabilitati (succede sempre più spesso), ma il testo, così semplice, esprime quello che deve avere provato lui in tutti questi ultimi anni di successo-non-successo, processi, media spietati e chirurgie plastiche.

Un altro giorno è andato
Io sono ancora tutto solo
Come può essere
Tu non sei qui con me
Non hai mai detto arrivederci
Qualcuno mi dica perchè
Sei dovuta andare
lasciando il mio mondo così freddo

Qui un esempio piuttosto spassoso dell'influenza planetaria di Jackson.