Nuove "mazzate" alla cooperazione allo sviluppo?


Questo post è un copia-incolla da questo sito http://www.gennarocarotenuto.it/ che a sua volta cita come fonte Lettera 22. Ammetto che non ho fatto un grande sforzo e cercherò di approfondire il tema - che mi sta molto a cuore - nei prossimi giorni.

Quando qualcuno vi chiederà che differenza c'è fra destra e sinistra...ecco, questa è una delle differenze. La cooperazione allo sviluppo non è tutta rose e fiori. Spesso si accompagna a sprechi, inefficienze, vanagloria dei cooperanti e degli stessi missionari. Ma al suo meglio è una delle espressioni più belle e importanti della generosità della società civile, della sua capacità di andare verso ciò che è "altro da sé". Sacrificarla alle iniziative militari (che pure personalmente - a differenza di molti pacifisti - non condanno in toto, convinto come sono che in certi contesti servano) mi pare un grave errore prima di tutto culturale.

Sulla Gazzetta Ufficiale di oggi compare un decreto legge che è un cambio paradigmatico per la cooperazione italiana. Il decreto legge sulle missioni militari all’estero taglia infatti oltre 100 milioni di euro alle attività civili.
L’Italia, che era al penultimo posto dopo gli Stati Uniti per la cooperazione allo sviluppo, diventa così ultima, oramai sotto lo 0,1% del PIL, e gli obbiettivi del Millennio sono carta straccia.
Ma non basta: penalizza il Ministero degli Esteri e privilegia quello la Difesa. Toglie fondi alle Ong e alle associazioni e favorisce la cooperazione dei militari (...).


Non è bastato che la legge Finanziaria abbia tagliato i fondi della Cooperazione allo sviluppo con una riduzione agli stanziamenti che, scrivevano in settembre alcuni parlamentari in un’interrogazione, porteranno “la percentuale del Pil destinata alla lotta contro la povertà al livello dello 0,1%”, quando l’Italia aveva assunto impegni vincolanti “per stanziare entro il 2010 lo 0,51% quale tappa intermedia per raggiungere lo 0,7 previsto per il 2015”. Carta straccia degli obiettivi del Millennio, ma non solo.
In questi giorni il mondo umanitario si rigira tra le mani il “decreto missioni” – che decide i finanziamenti dei nostri impegni militari all’estero – con non poche sorprese con cui fare i conti. Dopo che la finanziaria ha tolto alla Cooperazione oltre il 56% di quanto previsto dalla manovra 2008 riducendo il budget a circa 320 milioni di euro, una mazzata arriva anche dal decreto legge sui rifinanziamenti agli impegni all’estero, varato dal governo e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale a inizio gennaio. Dalle voci di spesa spariscono completamente gli oltre cento milioni di euro che, nel dl scorso, garantivano fondi alle attività di cooperazione civile. Tutto adesso passa in mano ai militari (...).