Clash: combat-rock contro l'integralismo

Della serie: storia della musica. Il nuovo brano affidato da X Factor ai Bastard sons of Dioniso è Rock the Kasbah dei Clash.

1982. Esce Combat rock, di fatto l'ultimo vero album dei Clash, la band "storica" del punk inglese assieme ai Sex Pistols, ai Buzzcocks, ai Damned e a pochi altri (il successivo Cut the Crap, sarà di fatto un lavoro del solo Joe Strummer e non lascerà traccia nel cuore dei fan). Nonostante siano nella fase finale della loro carriera, i Clash realizzano un disco di grandissimo impatto, che alterna pezzi per così dire "commerciali" - ma sempre di qualità - come Should i stay o should i go e, appunto, ROCK THE KASBAH, ad altri più difficili come Straight to hell o la bellissima Ghetto defendant, con la voce salmodiante di Allen Ginsberg (il poeta della beat generation salirà sul palco assieme alla band nei concerti di New York). Rock the Kasbah (la cui paternità spetta soprattutto al batterista Topper Headon) è ispirata alla censura della musica rock imposta all'epoca dall’ayatollah Khomeini in Iran, anche se il testo non menziona un paese specifico e mescola termini arabi, ebrei, hindi e nordafricani come sharif, bedouin, sheikh, kosher, raga, muezzin e casbah. In pratica, una canzone contro l'integralismo, per dirla con il linguaggio di oggi. Nel video un rabbino e uno sceicco che se ne vanno a zonzo per il deserto tracannando wishky, per approdare infine ad un concerto, ovviamente dei Clash. Alcol e anarchia nelle terre sante, meticciati musicali, fratellanza cementata dal ritmo, dal ballo, dal sudore. Paul Simonon è in uniforme, Mick Jones ha la maschera antigas; dietro i pozzi petroliferi pompano il maledetto oro nero, mentre jets militari sfrecciano sopra le teste e un armadillo è sempre tra i piedi.

Su ordine del profeta abbiamo bandito questa musica boogie
che faceva degenerare il fedele (...)
Il re ha richiamato i suoi piloti
ha detto loro di guadagnarsi lo stipendio
e sganciare le bombe in mezzo ai minareti giù sulla Kasbah.
Non appena lo sceriffo* è stato portato laggiù i piloti del jet

hanno sintonizzato la radio dell’abitacolo,
che ha cominciato a suonare,
i piloti del jet si sono messi a cantare (...)

Allo sceriffo* non piace il rock della Kasbah, il rock della Kasbah...

(* per i musulmani è il discendente di Maometto, ed è anche sinonimo di "nobile")

Viene considerato un pezzo leggero, rispetto ad altre cose dei Clash (si tenga presente che il loro album precedente era intitolato Sandinista, mi spiego?) un pezzo fatto per ballare, ma onestamente: chi non vorrebbe che il rock avesse questo potere? Chi non vorrebbe che una canzone avesse fermato la mano dei dirottatori dell'11 settembre o i piloti che hanno sganciato il fosforo bianco su Gaza? Chi non vorrebbe che fosse proprio una canzone così a seppellire per sempre i lefebvriani? Chi non vorrebbe ballare il rock della Kasbah?
Rachid Taha ne ha incisa una versione in arabo.