Sangue cattivo



Ad un certo punto iniziarono a diffondersi delle leggende.
Una di esse riguardava il virus t36, detto anche “Mauvais sang” (sangue cattivo). Era un virus che colpiva le persone che facevano l’amore senza amore. Nessun giornale, nessuna tv ne aveva parlato. Era una leggenda diffusa in rete, era l’effetto del passaparola di nuovi profeti visionari. Le autorità la trattavano come una sciocchezza da cui i sobri, razionali cittadini del mondo del XXI° secolo si sarebbero tenuti spontaneamente alla larga. Errore.

Ci furono atti di violenza contro le prostitute, i gay e gli adulteri. Ad Amsterdam chiuse definitivamente il quartiere a luci rosse. San Francisco e Los Angeles persero una buona fetta dei loro abitanti, grandi esodi nel deserto, morti collettive.
L’età dei primi rapporti sessuali in pochi mesi si alzò vertiginosamente e i più guardinghi pare fossero i maschi.

Qualcuno fece osservare che, contrariamente alle aspettative, la maggior parte delle vittime non apparteneva alla categoria delle persone “promiscue”. Erano perlopiù mogli e mariti. Membri di coppie monogame.

Una sera ne parlai con nostra figlia. Richard era andato a letto, andava a letto sempre più presto, ultimamente. Le dissi che fare l’amore era una cosa bellissima, la più bella del mondo. Non so cosa mi aveva preso. Non è il genere di discorsi che le madri fanno alle figlie adolescenti, non io almeno. Due giorni prima mi aveva confessato che pensava di prendere i voti. Io e Richard l’abbiamo cresciuta così, le abbiamo sempre detto che l’avremmo lasciata libera di fare le sue scelte e non volevamo rimangiarci tutto questo, ora. Solo, mi aveva rattristato. Non per la scelta in sé. Perché pensavo che fosse dettata da questi eventi nuovi. Che fosse il frutto delle sue paure.

Mi chiedevo anche quante scelte apparentemente “spirituali” non fossero dettate in fondo da un cattivo rapporto con il corpo. Dei santi mi avevano sempre attratto soprattutto quelli che prima avevano vissuto una vita dissoluta. Loro, almeno, sapevano che cosa ci andavano a perdere.

(omaggio a un film che non mi è piaciuto con attori bellissimi e una canzone strepitosa)