Ancora su "La Stampa" di Geldof, ovvero: piccole rockstar sono cresciute

Sfogliando il numero speciale de "La Stampa" curato da Geldof e dedicato in parte all'Africa, salta agli occhi una cosa: come sarebbe interessante un quotidiano se le regole che presiedono alla sua composizione venissero rivoluzionate. Sì, perché Geldof (sapete di chi parlo, no? La rockstar, l'ex-leader dei Boomtown Rats, l'attore principale in "The Wall" di Alan Parker, l'ideatore di Live Aid...) ha fatto qualcosa di più intelligente che confezionare uno specialino sull'Africa da infilare nelle pagine centrali del giornale, stile inserto-staccabile (e cestinabile). No, ha fatto un giornale vero, solo dando più spazio alle notizie dall'Africa e in generale dal resto del mondo.
Così, per dire, il lettore trova una pagina su Marino, o su Ecclestone, e una sui dittatori africani o sulla nuova Liberia. Non so se afferrate la novità della cosa: il Terzo Mondo non è confinato nel suo angoletto, nella "pagina del Cuore", né negli esteri, e nemmeno nella sezione speciale che ogni tanto viene confezionata su un tema considerato poco interessante per la maggioranza dei lettori e purtuttavia ineludibile. No, l'Africa è nella cronaca, è nelle pagine "normali", nell'economia, nella cultura, ovunque. Risultato, un giornale normalmente più bello e interessante di quello che sfogli ogni giorno.
Insomma, piccole rockstar crescono, anzi sono cresciute, e a giudicare dai risultati che producono anche fuori dal loro mondo sono cresciute bene. Vuoi vedere che "sesso, droga e rock n roll" non è più uno slogan esauriente? Vuoi vedere che sanno fare anche dell'altro?

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