Bruxelles 2 - glasses, lines






Linee aeree, superfici riflettenti. Bruxelles il giorno dopo le elezioni. Algida e spazi vuoti, grisaglie, donne che vanno di fretta trascinando trolley. Il cielo, continuamente mutevole, sole al mattino, pioggia la sera, nuvole.

Due spunti da "Neweurope":

1) Se la gente oggi sente meno che in passato il bisogno di votare in una consultazione europea, ciò è dovuto non ad un fallimento ma ad un successo della UE. L'Europa ha avuto successo nel dare alla gente sicurezza e opportunità, ovvero le cose che mancavano nel secondo Dopoguerra; oggi esse vengono date per scontate.
B) gli USA hanno fallito in politica estera perche' hanno pensato che bisognasse investire in spedizioni militari e non in sviluppo. In posti come Afghanistan, Somalia o Iraq tanti giovani si arruolano nelle milizie e nelle cellule terroriste per mancanza di opportunita', lavoro, prospettive di futuro. La UE (assieme ad Obama) potrebbe dare un contributo non piccolo a correggere questa rotta.

Due osservazioni su questo (mie, stavolta):
a) se ciò è vero, se è vero che l'Europa è in crisi per troppo successo, in crisi di salute, è vero anche che la politica non tollera il vuoto. Se si apre un vuoto (di idee, di rappresentanza, di cultura, di passione), qualcuno lo riempirà e in questo caso rischiano di riempirlo (in parte lo hanno già fatto, vedi Austria o Ungheria) forze antieuropee, nazionaliste e xenofobe. Facile anche che ci sia chi dà la colpa della crisi economica internazionale all'Europa (e finisca col votare a destra, quando questa crisi è in primo luogo un prodotto del neoliberismo. Già, perché la destra oggi occupa tutto lo spazio politico, quello capitalista-rampante, finanziario, "modernizzante", e quello antimoderno, protezionista, populista, autarchico, arcaico. La destra esprime tutto e il contrario di tutto ed è così che passa indenne attraverso le tempeste).
b) un nuovo modello di difesa europeo (o anche euroamericano) è ancora molto lontano dall'essere stato anche solo pensato. Su questo piano finora gli Usa hanno semmai usato l'allargamento dell'Europa ad est per tenere la Russia sulla corda e introdurre elementi di disgregazione nella stessa Unione. Però adesso Obama in Medio oriente sta facendo bene, dice a Israele che non può continuare a fare il cazzo che vuole. Ha un'autorevolezza che l'Europa, con i suoi periodici rigurgiti di antisemitismo, non ha.

Un'osservazione colta al volo da un funzionario europeo subito dopo le elezioni:
"Circolano molti luoghi comuni sulle istituzioni comunitarie. Si dice ad esempio che ci sia una burocrazia elefantiaca. Gli euroburocratri in realtà sono 42.000, la metà di quelli che amministrano il comune di Parigi. E gestiscono faccende che riguardano mezzo miliardo di persone. Si dice anche che la Ue tolga sovranità agli stati. Non è affatto così: gli stati sanno benissimo cosa fa l'Unione, perché sono loro a decidere cosa debba fare."
Per anni parlare male dell'Europa è stato di moda; oggi ci accorgiamo che andava difesa, come una donna bella e fragile, che sembra tirarsela ma solo perché non riesce a farsi capire.
Questa è una tiritera che a Bruxelles ripetono tutti, come un mantra: L'Europa non sa comunicare, non sa spiegarsi, è sempre e solo la burocrazia che misura la lunghezza delle banane.

Bruxelles è una bella metafora dell'Europa: un po' nuova, un po' cadente, popolata di persone giovani o di mezza età (bambini e vecchi sono nascosti da qualche parte, evidentemente), beve birra, tè, sfreccia su ciclabili disegnate sull'asfalto, sembra sempre covare qualcosa di sordido sotto la coperta dell'efficenza e del benessere.

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