L'avanzata della Destra (leghista, in questo caso) in Trentino non c'è stata. Il dato delle elezioni di ieri - che ha onestamente dell'inaspettato se non del clamoroso - è che qui il centrosinistra vince alla grande. Lo fa con una formula inedita, nella più pura tradizione trentina (terra che tenne a suo tempo a battesimo la Margherita): PD (primo partito in provincia) + UPT (Unione per il Trentino, nuova formazione politica centrista-riformista di espressione territoriale). A queste due forze si accompagnano inoltre nella coalizione gli autonomisti del PATT, i Verdi, i Leali (liberali), l'Italia dei Valori e l'Ual-Unione autonomista ladina. L'UDC, che in Trentino si era schierata con il centrosinistra, è stata esclusa dalla competizione elettorale per un errore formale nella presentazione della lista (i suoi voti sono comunque confluiti nell'alleanza).
Sul versante del centrodestra, buona l'affermazione della Lega, mentre il Popolo delle libertà resta al palo.
Se in Alto Adige le elezioni provinciali di 15 giorni fa sono state segnate dall'avanzata della destra tedesca (a scapito della SVP, il partito etnico dei sudtirolesi), il Trentino, dove pure si era pronosticato un testa a testa fra il candidato del centrosinistra, Lorenzo Dellai, e quello del centrodestra, Sergio Divina, continua a fare orgogliosamente eccezione. E lo fa anche rispetto al resto del Nord-est italiano: dopo la caduta di Illy in Friuli rimane questa l'ultima oasi refrattaria alle sirene destrorse. E lo fa anche rispetto al panorama politico d'oltrebrennero, compreso quello dei "cugini" del Tirolo, nonché della Baviera.
Molte le ragioni che spiegano questo voto, e che saranno domani abbondantemente sviscerate, anche da chi fino a ieri ha giocato al tiro al piccione con Dellai. Ne segnaliamo una: l'impreparazione dimostrata dai politici romani chiamati a Trento a "rinforzo" di Divina. Valga per tutti la promessa del ministro Tremonti di "regalare" il demanio alla Provincia di Trento, che ha questa competenza da anni (va detto che sono ben pochi i politici nazionali che quando arrivano quassù dimostrano di conoscere qualcosa della nostra Autonomia; non che siano necessariamente tenuti a farlo, beninteso, ma, insomma, non hanno uno staff alle spalle, dei consiglieri, dei ghost writers?).
Ma a pagare è stato probabilmente anche il buongoverno della formazione uscente, a prescindere dall'inchiesta giudiziaria dell'ultima ora che lo ha lambito (e a cui in realtà non era estraneo lo stesso centrodestra). Valgano per tutte le ultime misure varate per fronteggiare la crisi finanziaria internazionale, che hanno mobilitato oltre 400 milioni di euro solo a favore delle imprese indebitate. Qualcuno dirà: ha vinto la "magnadora" (orribile parola resa popolare dall'infelice uscita di un ex-assessore). Io dico: ha vinto la politica.
Questo il dato di sintesi: Lorenzo Dellai 56,99%, Sergio Divina 36,50%.