Anche le situazioni estreme in cui noi siamo vissuti, come popolo guatemalteco originario - il genocidio, i massacri che abbiamo subito - hanno ovviamente inflitto ferite pesantissime, ma la nostra popolazione è ancora viva, continua a guardare verso il futuro e lancia un appello, per preservare l'equilibrio che si sta perdendo. Questa esperienza così drammatica, che è stata vissuta dai guatemaltechi negli ultimi periodi, non ha provocato insomma la loro scomparsa, anzi ha dato loro forza per costruire un futuro diverso. Ad esempio oggi il calendario Maya, che abbiamo custodito gelosamente ed orgogliosamente nel corso dei secoli, sta diventando oggetto della scienza odierna. I Maya ne sono veramente orgogliosi, sanno che al loro interno, nella loro cultura, esiste questa base da cui partire per creare un futuro migliore.
Però i cambiamenti non sono automatici, richiedono dei processi lunghi e difficili. Prendiamo l'esempio della Bolivia: c'è una situazione di estrema povertà, di fame e di miseria; la gente chiede delle risposte immediate, ma queste purtroppo non sono possibili, perchè la realtà attuale è il frutto di una situazione storica. Quindi i governi futuri dell'America Latina saranno governi impopolari, non avranno forse il prestigio e il consenso necessario per risolvere i problemi di diseguaglianza, di violenza, di impunità, del narcotraffico che tocca tutti i Paesi dell'America Latina; è molto difficile.
La crisi economica economico è un dato di fatto a livello mondiale. All'inizio la nostra reazione alla caduta della borsa di wall Street è stata quasi di esultanza, perchè ovviamente per noi paesi poveri Wall Street era vista come un nemico, ma oggi che questa crisi è ovunque, ha delle ricadute pesantissime anche su di noi, ad esempio sul fronte delle rimesse, dei soldi che dagli emigrati negli Stati Uniti arrivano alle famiglie del Guatemala. I soldi che servono a far studiare i figli mancano, quindi questo è già un problema enorme. C'è una grandissima mancanza di lavoro. La gente cerca lavoro soprattutto negli USA dove si illude di trovarlo. E le frontiere sono "dure", lo sappiamo. Poi c'è il problema del Trattato di libero commercio tra gli Stati Uniti e i nostri Paesi; in effetti questo commercio non è libero e eguale, nel senso che chi compera i nostri prodotti? Quindi i problemi che adesso colpiscono i paesi ricchi, i quali si ritrovano con una ridotta capacità di spesa, causeranno tempi duri anche nei paesi poveri come il nostro.
Anche a livello legale, del sistema giuridico, a volte esiste un sottofondo di razzismo, laddove implicitamente il razzismo è consentito e non ci sono precedenti per giudicare. Io sono riuscita a vincere una causa contro la discriminazione e così ho creato un precedente giudiziario non soltanto in Guatemala ma per tutta l'America Latina. Non bisognerebbe, comunque, arrivare a un tribunale, dovremmo essere noi come persone a essere contro questa mentalità razzista.
Cosa pensa dell'elezione di Obama alla presidenza degli Usa?
Sono stata negli Usa negli ultimi giorni della campagna elettorale (soprattutto ho seguito la campagna di Obama) e sono rimasta colpita dalla partecipazione volontaria, attiva, cosciente di masse di giovani, di donne, di gente semplice.
Era veramente una campagna di massa, fatta di gente con entusiasmo, a partire dagli studenti, gente che agiva veramente per convinzione e non perchè si aspettasse un ritorno, delle regalie. E questo ha rotto lo schema delle campagne elettorali anche come vengono condotte in America Latina, nelle quali vince chi ha denaro, chi promette e dà cose.
L'altro elemento molto impattante per il Guatemala è stato vedere che l'85 % dei neri americani hanno votato per Obama. Questo è stato un segno di rottura dalle oppressioni, dallo schiavismo; le persone che non credevano in loro stesse, votando per Obama hanno votato per sè stesse.
Un nero alla Casa Bianca è già la rottura di un paradigma.Obama ha molto potere, potere sulla gente e che gli viene dalla gente, ha il potere che gli viene dalla collaborazione economica, perchè il denaro gli è stato dato dalla gente, e ha il potere che deriva dal voto; Obama quindi è proprio nella condizione perfetta per poter governare.
Come userà questo potere Obama non lo sappiamo, ma immagino che lui abbia la consapevolezza di questa grande storia che ha alle spalle, questa lotta civile che ha portato avanti anche Martin Luter King, che ha sognato un'America diversa. Quindi io credo che lui abbia questa consapevolezza.
Molto dipenderà dalle persone che formeranno il suo staff e speriamo che anche queste persone siano consapevolidel peso storico che Obama ha sulle spalle, perchè a volte non è la figura principale del governo che sbaglia, ma è l'apparato che governa con lui, e noi sappiamo che in America questo apparato è molto forte, molto sofisticato.