Ayuub



Ricordo della Somalia. Era l'autunno del 2004, a Merka. Il Parlamento somalo provvisorio riunito in conclave a Nairobi avrebbe eletto in quei giorni Abdullahi Yussuf a nuovo presidente del Paese (è durato poco, in quanto tale).
In questi giorni qui, invece, i giorni della "rivoluzione illuminista" del Nord Africa (o del 68' del Nord Africa, visto il ruolo giocato da una nuova generazione di studenti universitari) alcuni commentatori paventano un "rischio Somalia" per la Libia. Il rischio, cioè, di una dissoluzione dello Stato senza che nulla ne prenda il posto. Quindi, la frammentazione, l'anarchia militare, il ritorno alle cabile, ai clan.
In Somalia in effetti dopo la caduta di Siad Barre, ormai vent'anni fa, lo Stato centrale si è dissolto. Fino ad oggi, nessun tentativo di ricomposizione è riuscito. C'è chi teorizza che la Somalia sia in fondo un esempio di anarchia istituzionalizzata e dati alla mano prova a dimostrare che gli indicatori sociali, almeno in certe zone del paese, non sono peggiori ma anzi migliori rispetto all'epoca di Barre. Una tesi un po' ardita.
Comunque sia, una delle regole più citate in politologia è che la politica non tollera vuoti di potere, che se un potere crolla qualcosa o qualcuno devono prendere il suo posto. In Somalia, all'epoca, furono i signori della guerra, i clan, poi più tardi anche le corti islamiche, i vari, fragilissimi governi tenuti in piedi grazie alle truppe dell'Unione africana e agli americani ecc. Nulla di definitivo, comunque. A tutt'oggi lo Stato in Somalia non c'è.
Un'altra regola politologica viene meno citata (forse non è nemmeno una regola): nessun potere dovrebbe mai rimanere troppo a lungo nelle stesse mani. Spesso invece, succede proprio questo. Anche con l'aiuto esterno. E' successo con tanti leader africani (Mobutu in Zaire un chiarissimo esempio), è successo con tanti dittatori nell'ex-Europa dell'est. Nell'era della Guerra fredda la logica delle superpotenze era quella del "nostro bastardo": sappiamo che (Mobutu, Somoza, Menghistu o chi per loro) è un bastardo, l'importante è che stia nalla nostra parte, che sia un nostro bastardo". Nel suo piccolo, l'Italia ha fatto la stessa cosa con il "cane pazzo" libico.
Non significa peraltro che questi fossero governi-fantoccio, il consenso interno se lo procuravano comunque. Gheddafi ha goduto a lungo di un ampio consenso, in Libia. Sicuramente troppo a lungo.

ps: in questo video compare Mana Sultan (scomparsa nel 2007), che io e Alessio Osele conoscemmo a Merka, appunto, e che ritrovammo poi varie volte in Trentino. Figlia dell'ultimo sultano della città di Merka (ricordato come un leader illuminato, che liberò i Bantu dalla schiavitù strisciante a cui i Somali li sottoponevano da tempo immemorabile) è stata donna dai molti talenti. Tra l'altro, come racconta qui, si battè a lungo contro l'infibulazione, proponendo di sostituirla con un rito alternativo, che salva la forma di questa pratica - considerata necessaria per il passaggio all'età adulta - e ne neutralizza la sostanza distruttiva (è la prassi della "riduzione del danno", insomma).