Tornava a casa a piedi attraverso la città deserta, sentiva il rumore dei suoi passi, una sirena distante nella notte umida sotto un cielo come sempre arancione sopra i silos e le ciminiere slanciate, tornava a casa chiedendosi cosa ti fa l’amore, per prolungare ciò che aveva appena finito di vivere, per sentire ancora quell’abbraccio, quel calore, quel ferro straziante, anche adesso che era solo, e dunque, come ti cambia, come ti rovescia e ti rimette assieme, l’amore, come ti senti quando sei innamorato?
E pensava a ciò che lei gli aveva detto poco fa, alle cose che aveva svelato di lui, che gli aveva mostrato con un semplice gesto, come quello di alzare uno specchio, dicendo: “Sei molto sicuro di te”, oppure “Sei un po’ violento”, oppure “Sei vanitoso”, e lui che non aveva mai immaginato di essere sicuro, violento o vanitoso era rimasto sospeso a mezz’aria, su di lei, sospeso sul suo viso perfetto, sui seni piccoli, sulle sue spalle bianche, chiedendosi quale cannocchiale o scandaglio lei avesse usato per vedere quelle cose, e se le avesse trovate davvero o se tirasse a indovinare, ma no, aveva tutta l’aria di chi sa, ne sapeva più lei di lui, senz’altro, o per lo meno sapeva di lui cose che lui stesso aveva sempre ignorato, allora questa è una cosa che l’amore ti fa, l’amore ti rivela a te stesso.
E poi imboccando il viale ventoso che non poteva evitare a meno di attraversare la zona industriale aveva pensato anche ad dolore che aveva iniziato a sentire ancor prima di lasciarla, ancor prima della borsa e del treno, il dolore della separazione che sapeva sarebbe durata almeno una settimana, forse una settimana, o forse di più, non vi erano certezze in proposito, e alle conferme che avrebbe atteso da lei, durante tutto quel tempo, con il telefono, le mail, i simulacri che l’elettronica aveva brevettato per lenire il dolore degli amanti, e questa è un’altra cosa che l’amore ti fa, ti leva la pelle, ti espone in cima a una collina, tutto nudo, rosso e bruciato dai venti e torturato e inconsolato, questa è una cosa che l’amore ti fa, ti spinge a desiderare una conferma quando è lontana, ma una non basta, vorresti avere una conferma per ogni ora che non trascorri assieme a lei, per ogni minuto che vi separa, vorresti una conferma ogni minuto, l’amore ti espone e ti fa sanguinare copiosamente.
E poi, già oltre il parco, in vista di casa, aveva pensato a come il suo corpo si alza e cammina per la stanza dopo avere gravato su quello di lei, aveva pensato a quella sensazione di forza, a come le spalle si drizzano, a come la schiena si drizza e le braccia stanno un po’ lontano dai fianchi come se avesse appena finito di fare uno sforzo fisico come costruire un muro o demolire un muro, aveva pensato alla forza che l’amore infonde, e questa dunque era un’altra cosa ancora, un’altra cosa che l’amore ti fa, quando puoi stringerlo fra le tue braccia, quando puoi stringerle la gola con il palmo della mano, quando puoi accarezzarle i capelli o lasciare segni sui fianchi, questo ti fa l’amore, ti fa sentire come un predatore un esploratore un operaio un minatore, pieno di fierezza e di coraggio, questo ti fa.
Alzò lo sguardo al cielo perché è il cielo il luogo degli innamorati le costellazioni sfavillanti e tutti quei satelliti. Era felice di essere lì e adesso e di vivere, vivere, vivere.
from: "La calda notte degli avatar" (nulla a che fare con il fottuto film dysneiano)
L'avevamo già visto a New Orleans
Ieri, intervistato da Lucia Annunziata sulla situazione di Haiti per la trasmissione tv Rai "In mezz'ora", Bertolaso - che è anche sottosegretario - ha detto: "Oggi si prende atto di un fallimento del sistema".
"Ci sono enormi organizzazioni coinvolte e moltissimo da fare, ma la situazione è patetica, e tutto si sarebbe potuto gestire molto meglio", ha detto ancora il numero uno della Protezione civile, aggiungendo che le autorità haitiane "siano state emarginate" e criticando gli Usa: "Gli americani non possono che avere la leadership di questa emergenza, ma hanno bisogno di un 'Obama dell'emergenza', che evidentemente non sono riusciti a trovare".
"Si viene qui, si dà un po' da mangiare, bere e il problema per loro è risolto, ma è una contraddizione se non si pongono le basi per la vita futura".
(Fonte: Reuters)
C'è da stupirsi? Tutto questo l'avevamo già visto a New Orleans. L'America non è attrezzata per intervenire in queste situazioni. Grande sfoggio di elicotteri e marines in spolvero, e poi? Probabilmente non hanno neanche idea di cosa significhi cooperare, cioé fare assieme. Per quertso Bertolaso lamenta l'esclusione degli haitiani. L'attegiamento è paternalista, sempliciotto, superficiale. Povera Haiti, una volta di più in mano agli yankees...
"Ci sono enormi organizzazioni coinvolte e moltissimo da fare, ma la situazione è patetica, e tutto si sarebbe potuto gestire molto meglio", ha detto ancora il numero uno della Protezione civile, aggiungendo che le autorità haitiane "siano state emarginate" e criticando gli Usa: "Gli americani non possono che avere la leadership di questa emergenza, ma hanno bisogno di un 'Obama dell'emergenza', che evidentemente non sono riusciti a trovare".
"Si viene qui, si dà un po' da mangiare, bere e il problema per loro è risolto, ma è una contraddizione se non si pongono le basi per la vita futura".
(Fonte: Reuters)
C'è da stupirsi? Tutto questo l'avevamo già visto a New Orleans. L'America non è attrezzata per intervenire in queste situazioni. Grande sfoggio di elicotteri e marines in spolvero, e poi? Probabilmente non hanno neanche idea di cosa significhi cooperare, cioé fare assieme. Per quertso Bertolaso lamenta l'esclusione degli haitiani. L'attegiamento è paternalista, sempliciotto, superficiale. Povera Haiti, una volta di più in mano agli yankees...
Etichette:
Bertolaso,
Haiti,
protezione civile trentina,
soccorsi,
USA
Iscriviti a:
Post (Atom)