Secondo un sondaggio condotto dalle Lonely Planet, le guide dei viaggiatori "alternativi" (e oggi anche un po' puzzoni, quelli che definiscono un ristorante in centro appena decente "turist trap"), l'elenco delle dieci città preferite dai visitatori è, in ordine alfabetico: Anversa, Beirut, Chicago, Glasgow, Lisbona, Città del Messico, San Paolo del Brasile, Shanghai, Varsavia e Zurigo. L'elenco è stato compilato tenendo conto dell'indice di gradimento dei lettori delle guide e delle segnalazioni degli esperti che le compilano. Ovviamente l'elenco è una sorpresa perché non figurano alcune delle città più famose - e amate - del mondo, come New York, Parigi o Praga. Ma può essere un buon viatico per chi cerca mete interessanti e fuori dalle piste più battute.
Con lo stesso criterio - città interessanti e non scontate - ecco le mie dieci.
Oporto: se Lisbona è languida, decadente, il Tago + un quadro impressionista + la poesia obliqua di Fernando Pessoa, Oporto è atlantica, modernista, di marmo (quello dei palazzi) e acciaio (quello dei ponti che scavalcano il Douro, uno di Eiffel). Molte cose da vedere anche se a volte nascoste: la Bolsa, la cattedrale con l'ossario, il "palazzo di Cristallo" (bel parco, con solario dove degustare il Porto). E sull'altra riva, le cantine del vino liquoroso più famoso del mondo.
Beijing: vabbé, dire Shangai fa più figo, e Shangai ha una skyline stile "Blade runner", ma è a Pechino che ci sono i monumenti più famosi della Cina, la Città proibita, il tempio del Cielo, e a un'ora dal centro la Grande muraglia. Ma Pechino, nonostante il cielo lattiginoso, il traffico, l'avanzare del vetrocemento a spese dei vecchi Hutong, è anche altro: un laboratorio di arte contemporanea al 798, per esempio. Una città piena di parchi spettacolari. Una metropoli facile da girare con una metropolitana fra le più semplici ed efficaci del mondo, e una rete capillare di taxi economicissimi.
Regensburg: piaccia o meno Benedetto XVI (a me non piace) la sua città è splendida e piena di vita. La ricordo d'inverno (per tastare veramente il polso a una città bisogna andarci d'inverno), animata da migliaia di studenti. Il ponte romano, le isole sul Reno, giocattoli e birrerie. Risparmiata dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale, conserva un fascino speciale anche in una regione come la Baviera, dove le città di fascino non mancano.
Maputo: capitale del Mozambico, affacciata sull'Oceano indiano, è una metropoli africana, come tale non esente dai problemi ben noti. Ma è anche una bella città, di palazzi stile realismo socialista e piccoli gioielli dell'architettura coloniale portoghese, con i suoi lungomare, le sue strade dove fiorisce il commercio informale, il suo mercato del pesce dove mangerete da dio se solo saprete adattarvi alle regole della casa. L'ho girata a piedi di notte e nessuno mi ha torto un capello. Nel vecchio forte vicino al porto e al mercato dell'artigianato riposano le spoglie di Ngungunhane, ultimo grande condottiero di questa parte del Continente nero.
Bahia: più che San Paolo direi che è questa la vera alternativa a Rio. Affacciata sulla baia di tutti i santi, è la città del Candomblé, degli Orixàs (gli dei del pantheon afro-brasiliano), della festa mobile continua nel Pelourinho, il quartiere "storico", nella città alta (ci vidi suonare gli Olodun, orchestra di tamburi che suonò anche con Paul Simon, gratis, in piazza). Una città nera delle culture degli schiavi di un tempo, una città musicale e magica, sensuale e letteraria. Con spiagge tutt'intorno.
Cochabamba (nella foto sopra) : meno "estrema" di La Paz, questa città boliviana si distende su una pianura circondata da montagne aride, senz'acqua. Non so bene perché si dovrebbe visitarla se non per avere un'idea di una città andina "normale", senza cose superlative da vedere (a parte un mercato affollatissimo, punto di raccolta per tutte le popolazioni indiane della zona). Il languore, la tristezza e le baraccopoli abbarbicate sulle pendici dei monti sono quelle tipiche del continente. Uscendo dalla città, si sale sugli altopiani spazzati dal vento e dalla solitudine. Ma si può anche scendere in poche ore in Amazonia.
Colombo: scendete al Galle Face hotel, prendete una stanza nell'ala vecchia di questo leggendario hotel coloniale (tra l'altro, è quella più economica). Poi uscite a passeggio sul lungomare, guardate i bambini che giocano con le onde dell'Oceano sempre mosso, le coppiette che flirtano sulle panchine, nascoste dietro a un ombrello, mangiate qualche stuzzichino. Anche La capitale dello Sri Lanka non impressiona con la maestosità dei suoi monumenti, ma nasconde molte cose interessanti da vedere, ed è il punto di partenza obbligato per visitare un paese meraviglioso. Peccato che ogni tanto esploda una bomba...
Palermo: ti chiedi: perché tutte queste macerie, nel più grande centro storico d'Europa? Ti rispondono: "La guerra...". E tu pensi di esserti perso qualcosa, della storia recente. Ma no, è ancora QUELLA GUERRA, la Seconda mondiale! A parte questo, a parte il controllo capilare fino in ogni vicolo da parte di chi voi ben sapete, a parte i fatti di cronaca ecc. ecc. è un'altra città di mare fantasmagorica. E la cripta dei Cappuccini, con le sue migliaia di scheletri perfettamente vestiti, uno dei luoghi più surreali al mondo.
Brasov-Sighisoara: so che non vale segnalarne due, ma sono nella stessa regione, la Transilvania, lo stesso paese, la Romania, e sono collegate dal treno, quindi si possono vedere facilmente assieme. Io lo feci all'epoca del comunismo, di Ceausescu il "conducator". Ma credo che l'atmosfera sia rimasta. Quale? Beh, un po' sinistra, visto che sono le terre di Dracula (quello storico, Vlad Tepes, detto "l'impalatore"!). Siamo in Europa, ma raramente mi sono sentito così...lontano. E stavo bene.
Pitigliano: ok, non è una città. ma questo paesino medioevale in cima ad una rupe di tufo, nella Maremma profonda, per me è il paesaggio italiano più sensazionale. Andateci d'inverno. Andateci di notte. Visitate il quartiere ebraico. Prendete una stanza affacciata sullo strapiombo, nell'hotel di fronte alle mura della città. Sentitevi un po' meno latini, e un po' più etruschi.