Diamond dogs



Era un classico di David Bowie, dall'album omonimo. Il riff, una risposta a "Brown sugar" degli Stones. Il testo, una visione del futuro (o forse del passato, il passato dickensiano, il passato dei temibili orfanotrofi britannici) all'insegna dell'antiutopia (un'altra canzone dell'album si intitolava "1984", data che negli anni '70 aveva ancora un suo fascino sinistro). Ma anche echi di Burroughs e di Factory, senza dubbio.
Beck, l'eclettico, ne ha fatta una versione postmoderna di rara efficacia. E' nella colonna sonora di Moulin Rouge, ma nel film la si sente solo per pochi secondi.

Mentre ti tiravano fuori dalla tenda ad ossigeno,
Hai chiesto dov’era l’ultimo party,
Con la tua gobba di silicone e il tuo tronco di 25 centimetri.
Eri vestito che parevi un prete,
Eri un capriccio della natura.

Strisci per il vicolo, carponi sulle mani e le ginocchia:
Sono sicuro che non sei protetto, perché si vede subito.
I Cani di Diamante sono cacciatori e si nascondono dietro gli alberi.
Fino alla morte t’inseguiranno,
Manichini con l’istinto di uccidere.

Nessun commento: