Ma il vero Great complotto fu quello ordito a Pordenone alla fine degli anni '70 da alcune band del proto-punk italiano. Risposta alla grande truffa del RnR dei Sex Pistols (anche se a Pordenone non c'erano un Malcom Mc Laren e una Vivienne Westwood), replica, con il motto "Yes Pordenone", al "No New York" (seminale Lp prodotto da Brian Eno), fu un segnale lanciato dai kids della provincia, quelli che non avevano nemmeno un centro sociale a portata di mano per dare sfogo alla loro creatività&alienazione...
C'era, in alcuni - in me tantissimo - una grande fascinazione per le METROPOLI, un'insofferenza verso le piccole città, le città del ricco nord italiano, relativamente pacifiche, anche ben amministrate, ma al tempo stesso lente, sonnolente, ovvie e reazionarie nella loro dimensione estetica prima ancora che in quella politica...dove il massimo dell'alternativo era essere tardo-hippy, mentre noi leggevamo che altrove c'era il punk, la new wave, il dark, gli Psichic Tv e le Slits...
Come ricorda uno degli esponenti del complotto, all'epoca c'erano solo 3 città in Italia che sembravano tirarsi fuori dal grigiore: Milano, Bologna e Pordenone.
Del Great complotto ne parlarono anche i media, musicali e non (da "Rockstar" a "Mr. Fantasy"...). Per filiazione da quel movimento sono nati alcuni gruppi che girano ancora, come Tre allegri ragazzi morti.
Qualche traccia è rimasta in internet. Un sito.
Qualche video, molto naives, a vederlo ora.
Gli iniziatori sono stati questi, ovviamente...l'idea primigenia del punk, che non occorresse saper suonare per suonare...
Mai stato a Pordenone, alla fine. E neanche a New York.
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