Ieri sui giornali trentini c'è stato gran casino perché Marco Paolini ha detto in tv che in ottobre (gran tempismo) ha visto che un capotreno non faceva salire un passeggero di colore (che colore? nero, e diciamolo! I wanna be black, cantava Lou Reed senza tanto menarsela...) con la sua bici su un treno locale (della Valsugana). Razzismo, razzismo. Oggi il capotreno replica: ma nelle altre stazioni (quelle che l'acuto Paolini non ha monitorato) non ne ho fatti salire almeno altri 10 (non neri, ovviamente, passeggeri qualunque, perché non c'era posto per le bici). Ora, che ci si possa incazzare con le ferrovie mi sta anche bene (tante storie sull'effetto serra e poi le bici che un treno di questi può contenere sono...udite udite: 2). Che si tiri fuori il razzismo per aumentare il proprio share...mi sta un po' sugli zebedei. Ma forse sono io che sono invidioso e penso male, e Paolini era mosso da sincero sdegno.
Nota dell'ultima ora: Paolini ha chiesto scusa per l'abbacchio. I polli ringraziano.
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